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Zener Cards

Zener Cards (Carte ESP) Questa applicazione di intrattenimento permette di testare le tue doti psichiche...

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Zener Cards (Carte ESP)

Questa applicazione di intrattenimento permette di testare le tue doti psichiche o quelle di un conoscente, ispirata al noto test di J.B. Rhine, l’utente dovrà indovinare più figure possibili su 25 carte.

Maggiori informazioni sulle Zener Cards
Negli anni ’30 o giù di lì, J.B. Rhine, uno dei ricercatori più seri e rigorosi in questo campo, iniziò a svolgere una serie di esperimenti nel Laboratorio di Parapsicologia della Duke University sulla chiaroveggenza e telepatia, al fine di provare la realtà di una facoltà soprannaturale e stabilire i rapporti di questa con altre facoltà dello spirito. In questi esperimenti (chiaroveggenza) cercò di semplificare e standardizzare il meccanismo in modo che richiedesse la minor attenzione possibile.
Per questo motivo progettò un tipo semplice di carte da gioco con i cinque simboli seguenti: stella, rettangolo, croce, cerchio, fascio di linee ondulate. Cinque carte per ciascun simbolo per un totale di 25 carte. Modificazioni trascurabili furono apportate di tanto in tanto a questi simboli ed il mazzo divenne noto col nome di Carte ESP.
Come prova iniziale di chiaroveggenza era molto spesso usato il seguente procedimento: si spiegava al soggetto la natura della prova, mostrandogli le carte, che venivano poi mischiate, alzate e poggiate coperte sul tavolo.
Lo sperimentatore con l’occorrente per scrivere in mano, sedeva al tavolo di fronte al soggetto e gli domandava di identificare la prima carta di sopra. Il soggetto rispondeva nominando uno dei cinque simboli, che veniva annotato, dopo di che si toglieva la carta senza guardarla. Nello stesso modo si procedeva con la seconda carta e così via fino all’ultima. Il punteggio medio previsto dal calcolo delle probabilità risultava di 5 punti per ogni passata di 25 carte.
Registrandosi un punteggio medio superiore, la deviazione, cioè il numero totale dei punti eccedenti quelli probabili, veniva computato con una misura matematica fissa, chiamata “misura dell’errore”. Tale misura, da lungo tempo usata nelle varie scienze, calcola il valore e l’importanza delle differenze, mostrando chiaramente che il caso da solo non potrebbe dare i risultati ottenuti. Per esempio: se in una prova consistente in 4 passate successive del mazzo di 25 carte, il soggetto segna in media 7.5 punti per ogni passata, cioè un totale di 30 punti, vi è una sola probabilità contro circa 150 che tale risultato (10 punti in più dei 20 previsti) sia dovuto al puro caso.
Naturalmente, la cifra indicante il punteggio medio può essere tanto più bassa quanto più alto è il numero delle passate costituenti la prova.
In una prova comprendente una serie di 8 passate, basta un punteggio medio di 6.5 per ottenere approssimativamente il rapporto di 150 a 1. Questo punteggio medio darebbe un totale di 52 punti, ossia 12 in più dei 40 previsti dal calcolo delle probabilità. Il rapporto minimo ordinariamente accettato dalla scienza per riconoscere che un risultato non proviene dal caso è quello di 100 a 1.
Le cifre indicanti le differenze in base alle quali si calcolano i rapporti favorevoli sono qualificate, in linguaggio tecnico, come “statisticamente significative” (per indicare che quelle cifre sono degne di fede).

Last update

Oct. 21, 2019

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